In occasione di questa Fashion Week 2020 vorrei porre luce su come alcuni tra i più importanti brand dell’alta moda sentano la necessità di creare dei Luxury places, pur non dichiarando una relazione con l’Interior Design che vada oltre l’avere una cornice all’altezza del valore che vendono.

Ad esempio le recenti aperture dello store firmato LVMH a Osaka e del primo Tiffany Blue Box in Europa: né in un caso né nell’altro il brand di partenza ha a che fare con il mondo del design degli interni, ma nonostante ciò troviamo realizzate queste due magnifiche location.

Da cosa nasce l’esigenza di creare edifici di lusso in cui poter non solo fare shopping ma anche sedersi, bere un caffè o persino cenare? L’edificio di Louis Vuitton è la coronazione del rapporto ormai collaudato tra il marchio francese e il Giappone: collegati dai primi anni del 900, condividono ideali e valori, come il rispetto della tradizione nella continua spinta all’innovazione.

L’architetto che ha progettato questo luminoso edificio, Aoki Jun, si è ispirato infatti ai tradizionali velieri higaki-kaisen, che trasportavano la merce da Osaka a Tokyo. L’impressione visiva è che il palazzo sia formato da diverse vele bianche fluttuanti, rinforzata dai trafori metallici del piano terra che evocano gli stessi giochi di luce dell’acqua.

L’interno, sviluppato da Peter Marino, richiama più uno yacht di lusso, ma l’architetto americano rimane coerente con l’ispirazione del collega: i pavimenti e i pilastri di legno infatti rimandano al cassero dei velieri, soprattutto il rooftop a cielo aperto de Le Café V. Dalla carta washi per gli origami, alla cucina franco-nipponica viene posto in risalto lo stretto legame con il Giappone, mentre tra gli storici bauli Louis Vuitton e le 20 opere d’arte moderna scelte da Marino, troviamo molto forte il dialogo tra passato e presente.

Tutto in questo posto unico sembra invitarti all’imbarco, per condividere non solo un viaggio ma la
casa, gli ideali, i valori, lasciandoti come souvenir dell’esperienza un capo d’abbigliamento: cambia dunque anche lo scopo d’acquisto.

Sulla stessa linea il Blue Box Café degli Harrods a Londra offre un nuovo modo di scegliere e comprare gioielli: mordendo un macaron o sorseggiando un tè. Infatti “coffee, croissant and carats” recita il sito ufficiale dei lussuosi magazzini, ed è proprio ciò che, circondato da diamanti e fasce color Tiffany, sei invitato a fare: vivere l’esperienza di sentirti in prima persona il gioiello all’interno della tanto ambita scatolina blu.

Tra curiosità ed emulazione i social ci spingono a trascorrere quasi tutto il nostro tempo fuori, ma abbiamo comunque bisogno di luoghi che rispecchino la nostra identità e i nostri valori, dove sentirci a casa.
Tiffany e Louis Vuitton hanno colto questa esigenza e costruito un mondo di stile e lusso dove sentirci come nel nostro salotto. Lo shopping non è più semplice acquisto del prodotto, ma l’esperienza a 360° nell’identità stessa del brand, condividendo filosofie e ideali. Non è l’acquisto dell’articolo firmato, ma il senso di appartenenza con il quale usciamo da questi luoghi e che sfoggeremo indossando ciò che da quella nuova casa ci siamo portati via.

Allora brindo alle case che troveremo, sempre con stile.

Viviana Grunert



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